Una trincea interamente ricostruita in scala 1:1, esperienze sensoriali e multimediali. Per ricreare quella sensazione di terrore che i soldati della prima guerra mondiale, di cui quest'anno ricorre il centenario, hanno provato, in mezzo al fango, in mezzo alle rocce di quelle terribili e interminabili battaglia di inizio '900. E' una mostra a suo modo unica nel suo genere In trincea come all'inferno inaugurata domenica 8 novembre alla Fondazione Lazzareschi di Porcari e che porta al Palazzo di Vetro, con il marchio ufficiale delle commemorazioni del centenario attribuito dalla presidenza del Consiglio dei ministri e con il patrocinio della Regione Toscana e della Provincia di Lucca, nel comune della Piana un percorso tutto da vivere e da scoprire.Lo dice a chiare lettere il consigliere delegato della Provincia di Lucca, Enzo Giuntoli che, nel ringraziare la Fondazione Lazzareschi per aver contattato e coinvolto il museo annuncia a breve la nascita di un nuovo sito internet dedicato al museo e la valorizzazione del museo che, anche secondo il curatore della mostra porcarese, seppur piccolo, rappresenta un grande valore di testimonianza per il territorio.
Cristina Lazzareschi, a nome della Fondazione che, per realizzare l'evento ha ricevuto contributi dalla Regione Toscana, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e dalla Futura Srl, è entusiasta di quanto realizzato: "Abbiamo anche noi – dice – voluto inserirci nel percorso delle celebrazioni per il centenario della grande guerra e fra le prime cose abbiamo contattato il museo del Risorgimento, che è custode di un patrimonio incredibile, enorme e inedito per larga parte. Altre collaborazioni, poi, le abbiamo strette con il museo storico della Liberazione, con la biblioteca di Lucca e con l'archivio di Stato. C'è stato, poi, un momento di coinvolgimento della popolazione locale, che abbiamo invitato alla ricerca, nelle soffitte, del materiale dei nonni e dei parenti tant'è che siamo riusciti a riempire diverse vetrine con i cimeli dei Fanti della Lucchesia. Vetrine che raccontano di storie vissute, che stringono anche il cuore. Tante le persone che hanno collaborato con noi, così come hanno fatto l'associazione bersaglieri e l'associazione combattenti e reduci". "Principalmente il nostro obiettivo – prosegue Lazzareschi – è stato quello di coinvolgere anche i giovani. Per questo abbiamo fatto un allestimento multimediale, con la realizzazione di una vera trincea, percorsi multimediali e videomapping. Qualcosa di più di un semplice foglio di archivio. Per creare nelle giovani generazioni coscienze di pace e di libertà. Per questo diciamo grazie a chi ha contribuito a questo allestimento".
Nel dettaglio entra il curatore della mostra, Aldo Caterino, del centro studi M.Martini dell'università di Trento: "Sarà - dice - una full immersion nella realtà della trincea. Divisa su tre livelli vedrà le testimonianze e i cimeli dell'aviazione, della tecnologia di guerra e della marina e, al piano interrato, i documenti legati alla comunità locale. Questo crea una particolare emozione perché racconta la guerra da parte di quelle comunità che hanno pagato particolarmente cara la situazione. Dalla grande storia, insomma, si passa alle piccole storie". "Una mostra - spiega Caterino - che in Italia hanno fatto in pochi e che speriamo possa andare in giro per l'Italia o, perché no, costituire una sezione permanente del museo del Risorgimento. Un altro appello - chiude Caterino - lo faccio agli archivi storici locali. Ovvero quello di andare a studiare i documenti e le testimonianze conservate a decine negli archivi. Sarebbe un atto importante per arricchire la conoscenza della storia del territorio".
La mostra resterà aperta fino al 31 gennaio.
Il visitatore inizierà il percorso espositivo entrando in una trincea a grandezza naturale, ricostruita al piano terra, dove si potranno provare le sensazioni, le paure e le emozioni dei nostri ragazzi al fronte, grazie all'ausilio di cimeli originali e di fantocci-soldati ma soprattutto - questa la vera novità della mostra - ad ambientazioni multimediali di grande effetto sonoro e visivo. Fragori, scoppi, lampi di luci e le narrazioni virtuali dell'attore fiorentino Bruno Santini, nelle video installazioni di Leonardo Scucchi, riprodurranno quanto più fedelmente possibile la vita in trincea: il momento del rancio e del bivacco dei militari, ma anche l'atto del combattimento mortale corpo a corpo con la baionetta, il posto di comando, la stazione telegrafica e l'infermeria.
Il percorso espositivo riprenderà, poi, al piano superiore dove verranno presi in esame gli aspetti scientifici e tecnologici dello sforzo bellico, grazie all'esposizione, tra gli altri, di cimeli dell'arma aeronautica e della Marina Militare. In mostra troveranno spazio oggetti, cimeli e documenti provenienti da vari archivi, biblioteche e musei, principalmente dal museo del Risorgimento, che ha fornito la maggior parte del materiale totalmente inedito, ma anche la biblioteca e l'archivio di stato di Lucca e l'archivio storico di Porcari e il museo della Liberazione, al fine di mostrare come una nazione appena agli albori della sua rivoluzione industriale fu in grado di sostenere quattro durissimi anni di guerra e di logoramento.
Il piano interrato sarà invece dedicato alle testimonianze legate al territorio, perché la grande guerra ebbe un impatto formidabile soprattutto nei piccoli paesi, dove la maggior parte degli uomini validi furono chiamati al fronte, e molti non tornarono, lasciando un vuoto che non fu facile colmare.
Cimeli, lettere, foto, cartoline, manifesti, riviste: tutto un susseguirsi di testimonianze per descrivere le ansie di chi era rimasto a casa in angosciante attesa del ritorno dei propri cari e di chi, invece, aveva dovuto abbandonare il focolare domestico per andare a compiere il proprio dovere.
Questa sezione vedrà soprattutto il coinvolgimento diretto della popolazione locale, che ha accolto con entusiasmo l'appello della Fondazione. Importante e significativo è stato dunque l'apporto dei cittadini che hanno prestato, per l'occasione, i propri ricordi di famiglia, al fine di far conoscere le vicissitudini dei singoli soldati e ufficiali che, tutte insieme, formano la grande storia collettiva di uno degli eventi epocali della storia contemporanea.
Ad arricchire il percorso espositivo tante immagini e video, fruibili anche attraverso un touch screen. Completano l'iniziativa il catalogo della mostra, il libretto di memorie locali Nessuno vince la Guerra con i racconti di Andrea Bartalesi gli incontri di approfondimento e la proiezione di film tematici. A richiesta, visite guidate per le scolaresche.
Per saperne di più visita il sito della Fondazione Lazzareschi.
Fonte: Gazzetta di Lucca