L’attuale “via Giudea già via Ortensia” nel centro storico della città davanti al palazzo comunale, è un omaggio alla presenza degli Ebrei a Piombino sin dall’epoca moderna.
Uno stradario ottocentesco conservato all’archivio storico testimonia la denominazione della strada come “Via Giudea” sicuramente dal XIX secolo, ma il fatto che già dalla fine del ‘500 i governanti del Principato, gli Appiani prima e i Ludovisi dopo, avessero favorito in vario modo lo stanziamento degli ebrei in città per incentivare traffici e commercio, fa pensare che l’intitolazione possa essere stata molto precedente.
A fine Seicento, Giovanni Battista Ludovisi, accordò franchigie e privilegi agli ebrei che volessero domiciliarsi nei suoi Stati.
Nel 1696 notificò che «[…] qualunque persona che verrà in questo Porto con grascie e con ogni altra sorte di mercanzia o vorrà aprire per lo Stato botteghe di qualsiasi robba [...] saranno esenti e liberi di ogni gabella dichiarando questo porto franco come quello di Livorno e vogliamo che li stessa franchigia godino gli ebrei [...]»
A seguito dell’emanazione delle leggi razziali del 1938 il regime fascista decise di cancellare la memoria ebraica e sostituì il nome del vicolo in “via Ortensia”.
Nel registro delle deliberazioni del Podestà del 31 dicembre 1938 leggiamo il motivo che portò a questo cambio di nome «[…] una via secondaria avente una larghezza minima; che le strade del genere in questa città portano quasi tutte nomi di fiori [...]» Un motivo pretestuoso adottato dal regime per avallare tale proposta.
Pubblichiamo la delibera del Podestà del 31 dicembre 1938, l’editto e la notifica del principe Giovanni Battista Ludovisi del 1694 e 1696 e lo Stradario Generale “de’ Lastrici o Selciati delle Strade interne di Piombino ...”