Riguardo alle occupazioni assistenziali, insieme ad alcune antiche fotografie scattate all’ospedale di Pescia, altre immagini assai rare mostrano l’attività di volontariato esercitata da donne appartenenti a famiglie benestanti: come l’invio di biancheria ai soldati nel corso della Grande Guerra, o l’assistenza alle ragazze madri nella prima metà del secolo scorso. Alle cure termali praticate a Montecatini e a Monsummano si riferiscono numerose fotografie, in cui si riprendono molte valdinievoline nei ruoli di mescitrici e fanghine.
Ampiamente rappresentate anche le attività educative e scolastiche, con fotografie talvolta molto antiche a ricordo di insegnanti il cui nome è ancora vivo in tante località, come la pesciatina maestra Calderai, ritratta con la classe serale degli scalpellini a Vellano.
Scattate in bottega e al mercato, molte immagini indicano una gamma di impiego ampia, dalle “erbivendole”, le contadine che in occasione del mercato settimanale andavano a vendere piccole quantità di verdure, di “odori”, di erbe di campo, di uova, per raggranellare modeste somme di denaro, dal “mercato della foglia” di gelso per alimentare i bachi da seta, fino ai commerci più qualificati; tra questi è un fatto singolare la presenza, già nel 1935, di una donna farmacista a Borgo a Buggiano.
C’erano poi le donne dedite all’agricoltura, comprensiva dell’allevamento del bestiame, e quelle occupate negli opifici: in Valdinievole molte attività agricole si sono spesso legate a un mercato a largo raggio o anche all’utilizzo dei prodotti nelle manifatture, come nei casi del vivaismo, della floricoltura, ma anche della lavorazione delle erbe palustri, della coltivazione e dell’essiccazione del tabacco. A Pescia vengono fotografate molte donne al lavoro nei campi di garofani o a incestare i mazzi prodotti; sono anche riprese le lavoranti “a opra” come quelle assunte per sboccettare i garofani o le innestine impiegate nei vivai d’olivo. Nel padule di Fucecchio si raccoglieva il sarello che, una volta essiccato, veniva utilizzato per rivestire i fiaschi e le damigiane o per impagliare le sedie. Anche la bachicoltura ebbe grande diffusione in Valdinevole fino alla Seconda Guerra Mondiale, soprattutto nelle famiglie di ceto medio: tutto ciò che rutoava intorno all’allevamento del baco da seta e al lavoro in filanda rappresentava per l’economia del territorio una risorsa molto importante. Altro settore trainante dell’industria valdinievolina fu quello delle cartiere: anche qui è documentata la massiccia presenza di donne, intente sia a sminuzzare stracci e cartacce da “rimpastare”, sia a essiccare e selezionare i fogli prodotti. Ci sono poi le altre industrie, con le sigaraie di Ponte Buggianese addette alla raccolta e essiccazione del tabacco; le berrettaie di Borgo a Buggiano; le cartaie e le caldaiole di Pescia.
Gli autori di questi scatti sono per la maggior parte anonimi fotografi dilettanti: i loro scatti occasionali, per riprendere un momento particolare di vita quotidiana, un ricordo di qualche parente o conoscente all’“opre femminili intenta”, hanno permesso di riproporre l’immagine e le emozioni di una realtà che sarebbe altrimenti andata perduta.