La geografia tolemaica della Lunigiana fino all'area versiliese raccoglie tutte le indicazioni storiche del territorio, con la centralità del fiume Magra col suo affluente Vara, ed alcuni toponimi di non facile identificazione, tra cui Macralla, Boaceas che identificano i due fiumi ed altre località tra le quali Bondelia, chegli studiosi hanno voluto identificare con Bagnone.
Tuttavia fra alcuni dei codici tolemaici risalenti alla metà del XV secolo si aggiungono alle 27 tavole canoniche, alcune carte regionali quale la Tuscia Novella o Aetruriae Novae dove appare in modo particolareggiato la Lunigiana, sempre con l'abitato in relazione alla rete fluviaria.
A questa cartografia "scientifica" si affianca nel XV secolo quella pratica legata a questioni di confine che assumerà particolare rilevanza tra la fine del XVI secolo e il sec. XVIII. Cosimo I de' Medici istituisce una magistratura di controllo annuale dei confini, "I nove conservatori dei Confini", rimasta in vigore fino al 1769, con l'obbligo che le comunità di confine con stati esterni immettessero nell'Archivio Generale tutti gli atti di controversia di confine e relative carte (Piante Antiche dei Confini).
Invece della cartografia di grande scala, i territori lunigianesi tra il 1500 e il 1600, età di particolare proliferazione di una cartografia tematica del territorio, si sviluppano in rappresentazioni di piccola scala o addirittura schizzi prospettici o a volo d'uccello, inoltre, inizialmente la raffigurazione è un semplice schizzo eseguito per meglio illustrare le situazioni descritte attraverso i carteggi per passare progressivamente tra il secolo XVII e il XVIII ad una cartografia pittorica e poi ad una geometrica, con l'introduzione della trigonometria, con la triangolazione.