L’Archivio Lorenzo Bartolini proviene dall’acquisizione da parte della Galleria dell’Accademia della documentazione già in possesso di un ramo degli eredi Bartolini, discendenti dei Pianetti di Firenze.
Si tratta di corrispondenza, documentazione legale, amministrativa, contabilità, corrispondenza personale e minute autografe dello scultore e alcuni taccuini di schizzi e disegni autografi in un arco cronologico che va dal 1810 sino alla sua morte dello scultore. Comprende anche una filza di carte relative alla famiglia della moglie di Bartolini, i Buoni di Vicchio. La documentazione a partire dal 1850 sino al 1935 riferisce le vicende della eredità e tutela delle figlie. Le carte sono corredate da un inventario analitico cartaceo e da indici di nomi, luoghi ed opere, in attesa della prevista inventariazione informatica.
La documentazione, pur nella sua frammentarietà, offre elementi utili per la comprensione dell’attività di Bartolini, delle sue relazioni amicali, e la datazioni di alcune opere che avevano sempre un iter protratto negli anni anche per le inadempienze contrattuali di Bartolini. Vi si conservano anche alcune ricevute di imbarco di opere in marmo spedite da Livorno in Inghilterra con gli importanti nomi dei destinatari.
In particolare la copiosa corrispondenza di circa seicento lettere con Carlo e soprattutto Giuseppe Rocchi fa scoprire gli stretti e continui rapporti di lavoro avuti da Bartolini con i suoi collaboratori carrararesi dal 1815 al 1850.
Fra le carte acquisite sono ora consultabili direttamente anche i documenti citati da Mario Tinti, autore della fondamentale monografia novecentesca (1936) su Bartolini. Per comporre il suo importante studio, Mario Tinti riorganizzò le carte che lo interessavano con l’aiuto di una delle eredi Bartolini, la nipote Clementina Luchi.
La Galleria dell’Accademia offre, oltre all’Archivio, l’importantissima gipsoteca di Bartolini, le cui opere e disegni sono consultabili in un database accessibile a tutti.