Il primo novembre 1891, per iniziativa di 35 operai e artigiani, viene suggellato l’atto di nascita della Cooperativa di consumo di Sesto Fiorentino; l’anno successivo essa acquista un’ampia sede con diversi locali da destinare anche alla panificazione, realizza un buon giro di affari e di utili, si impegna per la salvaguardia del patrimonio aziendale e per la tutela dei suoi lavoratori, pone le basi d’importanti istanze mutualistiche e sindacali. Nel 1907 la sede diventa Casa del Popolo, dotata di un proprio magazzino di vendita con cantina, un passaggio per carri-merci, un ingresso per il deposito di carbone e legna, uno stanzone con due forni, un mulino, una scuderia, una sala per le conferenze, adunanze, festeggiamenti e altri locali. Alla vigilia del primo conflitto mondiale i tre principali poli cooperativistici sono Sesto Fiorentino, Empoli e Bagno a Ripoli. La prima e la seconda guerra mondiale sferrano un duro colpo alla cooperazione: il regime fascista ne assume la gestione, imponendo la rinuncia alla sua natura e ai suoi valori ideali. Alla caduta del regime seguiranno anni di ripresa, di sviluppo e di crescita per le cooperative di consumo in Toscana. Nel 1948, la Cooperativa di Rifredi compie il primo tentativo per organizzare le diverse realtà cooperativistiche in un’unica grande cooperativa fiorentina, mettendosi a capo di quel processo di fusione che portò alla costituzione dell’Unione Cooperative Fiorentine, con 18 spacci. L’Unione si sciolse però dopo soli cinque anni e certamente tale episodio non ebbe un impatto positivo. Nel 1963 le cooperative di Rifredi, Peretola, Castello, Mercato centrale e Legnaia si uniscono fra loro e nasce la Cooperativa di consumo di Firenze, che negli anni successivi si unirà a quella di Sesto Fiorentino. Non sempre lineari, ma complesse e combattute, le fusioni portarono stabilità e solidità al cooperativismo, grazie all’unione fra i patrimoni dei consociati e al conseguente allargamento della base sociale. Con l’incorporazione di Coop Etruria e Unicoop Empoli nacque Unicoop Firenze, a cavallo fra il 1972-1973. Dopo la crisi economica del 1975 si ha una forte ripresa: nella direzione della competitività e dello sviluppo, si fa avanti sul finire degli anni ’80 l’idea di realizzare ipermercati e centri commerciali. Alla fine degli anni ’90 si realizza un’ultima grande fusione tra Unicoop Firenze e la Unicoop Pontedera - Cooperative Pisane Riunite. Un’unica cooperativa si trova a gestire tre diversi canali di distribuzione: minimercati, supermercati ed ipermercati. La fusione con Unicoop Empoli porta con sé anche il giornale cooperativo “L’Informatore della Cooperativa del Popolo di Empoli” che dal 1972 diventa il giornale cooperativo di Unicoop Firenze. L’Informatore in origine era lo strumento utilizzato per comunicare direttamente con i soci, convocare le assemblee e divulgare la politica della cooperativa.
L’Archivio storico di Unicoop Firenze è dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per la Toscana nel 1982. Una prima tappa del cammino è stata quella di identificare nel loro complesso tutti i documenti prodotti dalla Unicoop Firenze e dalle singole cooperative che ad essa si sono unite nel corso degli anni. Il risultato della ricognizione è stato il trasferimento nella sede centrale di via Santa Reparata a Firenze di tutta la documentazione censita nelle sedi dislocate. L’ASUF può essere infatti definito un archivio di concentrazione: si può comprendere, quindi, come il risultato finale sia frutto di vicende molto complesse e articolate e non sempre lineari di cui è stata oggetto la documentazione. La concentrazione delle carte di archivio in un unico luogo fisico è stato dunque il punto di partenza di un intervento di riordino e inventariazione condotto dalla Società Hyperborea.
Da tutta la documentazione, e in particolare da quella fotografica, emerge come gli attori principali di questa lunga storia siano le persone, che la cooperativa ha reso protagoniste: persone ritratte mentre lavorano insieme, collaborano, mentre si aiutano, si divertono e ci sorridono. La parte più propriamente documentaria è un patrimonio quasi del tutto inedito, una fonte storica privilegiata, testimonianza di cambiamenti culturali, sociali, economici, politici, antropologici, che fanno riferimento alla storia locale della Toscana e al più ampio quadro della storia nazionale. Oltre alla parte propriamente documentaria – già schedata e riordinata – va menzionata una collezione di 16 stendardi cooperativi, 10 bandiere appartenenti a diversi spacci, una raccolta di bobine e diapositive.