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La vita e le carte (1879 - 1914)

Quaderni di appunti di Alessandro della Seta

La vita di Alessandro Della Seta, ebreo di nascita, interventista e volontario nella guerra del ’15-’18, convinto sostenitore del regime fascista e vittima delle leggi razziali, rende testimonianza delle numerose e talvolta contrastanti sfaccettature di quel clima sociale, culturale e politico italiano dagli anni Dieci agli anni Quaranta del Novecento. L’archivio è costituito da un insieme cospicuo di documentazione che rappresenta la memoria storica della vita e soprattutto dell’attività professionale dello studioso.

Egli nacque a Roma il 29 giugno 1879 da Giuseppe Della Seta, medico di professione, e Rachele Rosselli. Nel 1901 si laureò in archeologia greca e romana col professore Emanuele Loewy (del quale sono state rinvenute 22 lettere inviate al Della Seta tra il 1903 e il 1927) e  nel 1904, dopo aver perfezionato i suoi studi con un lungo soggiorno in Grecia e con una serie di sopralluoghi alle più importanti raccolte archeologiche in Italia e in Europa, conseguì il diploma di perfezionamento in archeologia (cfr. Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani, 1989, vol. 37). Già assistente presso l'Ateneo romano dal 1905, ottenne nel 1909 la libera docenza in Archeologia e Storia dell'arte greca e romana.

A questi primi anni di formazione ed inizio della sua carriera professionale risalgono le amicizie con Giuseppe Cardinale (1879-1955), storico delle antichità, studioso e docente di storia antica presso le Università di Genova, Bologna e Roma, e con Federico Halbherr (1857 – 1930), archeologo ed epigrafista italiano, già allievo di Domenico Comparetti, dei quali in archivio si conservano una novantina di lettere in tutto, dal 1901 al 1927. Al 1906 risale la pubblicazione del primo importante studio del Della Seta sui problemi di lettura dell’arte greca, nel quale teorizza un nuovo metodo di indagine e di comprensione delle arti figurative basato su nuovi concetti quali l’obliquità, il chiaroscuro e lo scorcio: La genesi dello scorcio nell’arte greca, 1906 (in “Atti dell’Accademia Nazionale dei Lincei”, XII, pp.122-124). Nel 1909 ricoprì la carica di ispettore presso la Soprintendenza alle antichità di Roma e dell'Etruria meridionale mentre, in qualità di libero docente, svolse all' università di Roma un corso sul rapporto tra le arti  e le religioni e pubblicò un volume sull’argomento dal titolo Religione e arte figurata, (Roma 1912). Nel 1913, avendo vinto il concorso per la cattedra in Archeologia, fu assunto come professore ordinario all'Università di Genova. Contemporaneamente a questo incarico, dal 1914 al 1915, fu commissario prefettizio presso il Museo di Arezzo, allo scopo di compilarne l’inventario.

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