Lunedì 28 dicembre 1908, ore 5.21 del mattino. Un terremoto di 7,2 Mw (XI grado della scala Mercalli) si abbatte violentemente sullo Stretto, colpendo con particolare forza Messina e Reggio.
Quello che sarà poi classificato come il più potente dei sismi della storia italiana coglie nel sonno decine di migliaia di persone, interrompe tutte le vie di comunicazione, danneggia gravemente l’illuminazione fino alle località di Villa San Giovanni e Palmi e rende impossibile qualsiasi forma di moderna telecomunicazione annientando gli impianti di telefono e telegrafo. Quello che scampò alla scossa venne gravemente compromesso dal maremoto che seguì e che colse del tutto alla sprovvista le centinaia di persone che sulle spiagge avevano creduto di trovare riparo.
A Messina e Reggio il 90% degli edifici era stato raso al suolo e al sorgere del sole la catastrofe appariva in tutta la sua gravità. L’Italia e l’Europa restarono tutt’altro che indifferenti al disastro e fin dalle prime ore la solidarietà verso il popolo di Sicilia e Calabria venne concretamente manifestata. Nella stessa serata del 28 dicembre, riunito d’urgenza il Consiglio dei Ministri, il Presidente del Consiglio Giovanni Giolitti esaminò la situazione emanando le prime direttive del Governo: attraverso il Comando di Stato Maggiore dell’esercito vennero diffusi ordini operativi che mobilitarono gran parte delle unità presenti sul territorio nazionale e il Ministro della Marina fece comunicare alla divisione navale in navigazione nelle acque della Sardegna di cambiare rotta e dirigersi verso la zona disastrata.
Il 29 dicembre anche il Re e la Regina partirono alla volta di Messina.
F. RUSSO, Storie di generosità livornese: il terremoto di Messina del 1908 nei documenti dell'archivio storico, in Percorsi, 8, Portale Archivistico Toscano, agosto 2015