Fra i documenti ci sono studi e bozzetti che furono sottoposti al Venturini per l'addobbo delle piazze e delle strade di Firenze come fossero un palcoscenico. Fra questi documenti c’è un bozzetto che si riferisce all'allestimento di Piazza della Stazione. Vi si ritrae la tribuna a gradoni che fu costruita dal lato arrivi della Stazione di S. Maria Novella, realizzata con false siepi e sculture di cartapesta che si estendevano da via Valfonda a via Nazionale, alta oltre 14 metri, che doveva coprire il cantiere che stava costruendo il palazzo dell'Istituto Nazionale delle Assicurazioni. La realizzazione di questo praticabile fu concepita come un vero e proprio monumento effimero, ottenuto con l'assemblaggio di elementi architettonici presenti in altri punti della città, dalle fontane di Boboli alla Loggia dell'Orcagna.
Altre volte la realizzazione fu pensata come un monumento sovrapposto all'architettura dei palazzi, come nel bozzetto che raffigura all'inizio di via de’ Panzani una struttura architettonica formata da due colonne di cemento armato che incorniciano una sequenza verticale di simboli del potere nazi-fascista: due grandi aquile stilizzate, una gigantesca croce uncinata e tre fasci littori. Il cattivo gusto e, forse, l'imperizia di alcuni degli “artisti” chiamati a eseguire i bozzetti, produsse soluzioni quasi assurde, come il bozzetto per via de’ Cerretani dove gli addobbi ricordano vagamente degli alberi di Natale.
Da alcune testimonianze raccolte risulta che in via Maggio furono chiusi gli stretti vicoli trasversali che immettono nel popolare quartiere del Canto de’ Quattro Leoni, alzando tra i palazzi signorili dei falsi muri oltre i quali furono sistemate delle piante a simulare dei giardini. Ma il massimo della simulazione si ebbe nelle soluzioni cercate per allestire Piazza S. Felice, dove il percorso dell’automobile che portava Hitler e Mussolini avrebbe dovuto fare una curva a gomito per entrare in Piazza Pitti. In questo caso si tentò, probabilmente per ragioni collegate alla sicurezza, di far scomparire alla vista dei due dittatori la chiesa di San Felice e gli accessi al popolare quartiere di S. Spirito. In realtà, nessuna delle scenografie ideate fu realizzata e l'allestimento di Piazza San Felice fu infine attuato con una doppia fila di militari in tenuta da combattimento.