L’organizzazione della visita del Fuhrer è curata nei minimi dettagli. La domenica 8 maggio i negozi di abbigliamento e di generi vari possono rimanere aperti fino alle 24 per compensare la chiusura totale di lunedì 9 maggio, quelli di generi alimentari possono rimanere sempre aperti anche la notte, così come bar, caffè, ristoranti, trattorie, fiaschetterie, ecc. L’Unione Fascista dei Commercianti ha perfino bandito un concorso per le mostre più belle dei negozi. I ragazzi non andranno a scuola, le Borse chiuderanno e gli impiegati dello Stato civile si sposteranno sul Lungarno delle Grazie per non intralciare le cerimonie e i ricevimenti in Palazzo Vecchio. Norme precise vengono stabilite per la circolazione dei veicoli sia pubblici che privati.
Certo la città, come sempre in occasione dell’arrivo del Duce, era stata ripulita dai soggetti antifascisti o più semplicemente “scarsamente” fascisti, che erano stati opportunamente messi in galera per qualche giorno. Nonostante la repressione della polizia, qualche lieve forma di dissenso si ebbe anche durante la parata. Giovani universitari iniziarono a un certo punto ad intonare una goliardica parodia dell'inno nazionale tedesco, concludendola poi, all’apparire di Hitler, con una sonora azione labiale di dileggio; un altro episodio di “trasgressione” è collegato all'addobbo dei negozi. L'Unione fascista dei commercianti aveva organizzato una mostra delle vetrine, stabilendo dei premi per quelle meglio riuscite. La soluzione più adottata fu l'esposizione di due foto incorniciate, rispettivamente di Hitler e di Mussolini, sistemate fra i prodotti e gli articoli in vendita. In una pasticceria di una strada centrale le foto dei due festeggiati furono esposte fra scatole di biscotti della ditta “Fratelli Lazzaroni”, la cui denominazione appariva come un'allusione poco benevola nei confronti dei due dittatori. Il risultato fu che il negozio venne devastato da una squadraccia fascista e il proprietario malmenato.